Dalle valli aretine, la storia di un progetto a vocazione familiare che trae origine dall’esperienza quarantennale dell’officina di Gennaro Tramonti nella lavorazione della carpenteria metallica leggera e si amplia, per iniziativa dei suoi figli Laura e Simone, in un progetto imprenditoriale che abbraccia anche la ricerca progettuale.

Gli oggetti d’arredo delle collezioni Formae, disegnati con l’art direction di Leonardo Fortino e in collaborazione con diversi designer, sono concepiti come funzionali presenze domestiche, hanno geometrie pure e superfici lineari, volutamente semplici e impreziosite dalla lavorazione artigianale, come ci racconta Laura Tramonti.

Una breve descrizione della vostra collezione.
Il tratto fondamentale degli arredi Formae, oltre all’aspetto estetico, netto e geometrico, è l’empatia, la capacità di riuscire creare un rapporto speciale con chi decide di portali nelle proprie case. Mi piace pensare che vengano considerati compagni di stanza, totem domestici in grado sia di amplificare i momenti di condivisione, sia di attenuare le nostre solitudini.

Da dove nasce la vostra ispirazione?
Nostro padre lavora il metallo da sempre. Mio fratello Simone ed io fin da bambini abbiamo vissuto l’officina; è stato facile crescere con l’idea che attraverso il ferro si possano fare un’infinità di cose. Formae nasce proprio in questo contesto, dalla volontà di trasformare le nostre abilità di famiglia alla luce di una visione design-oriented.

3 aggettivi per descrivere il vostro stile.
Onirica, empatica, popolare. Sulla nostra pagina facebook abbiamo chiesto a ciascuno dei nostri designer tre parole per descrivere Formae e le sue caratteristiche. Questi sono gli aggettivi che più mi hanno colpito.

Il dettaglio che fa la differenza... Qual è il vostro?
La capacità di unire industria e artigianato per realizzare prodotti accurati e democratici, pensati per le persone e per le loro esigenze reali.

Quale oggetto sognate di realizzare?
Abbiamo tanti progetti nel cassetto, ma per me la cosa più importante è mantenere intatto il concept degli oggetti: minimal, geometrici, che seducono grazie al loro fascino discreto, mai sopra le righe.

Se il vostro fosse un genere musicale o un brano, quale sarebbe?
“Sitting on the dock of the bay” di Otis Redding: la strofa fischiettata è un inno alla gioia in chiave pop, che vorrei riverberasse, attraverso una piccola eco, in tutte le collezioni di Formae.